Blog Ufficioso a cura di Papà Fox

lunedì 30 agosto 2010

Dal Gazzettino di Padova del 30.08.2010

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Per la puntata conclusiva della nostra indagine sul basket padovano, abbiamo fatto un'intervista a due "voci": quella di Roberto Rugo (foto a sx) e di Leopoldo Carraro (foto a dx).
«La crisi del basket padovano purtroppo c'è ed è legata a tre aspetti principali» spiega Roberto Rugo che, dopo essere stato a lungo alla Virtus come responsabile del settore giovanile e coach della C2, negli ultimi otto anni ha operato a Marostica contribuendo ad allestire uno dei più importanti settori giovanili del Veneto e allenando per quattro stagioni la B Dilettanti. E aggiunge: «Sono: il mancato ricambio generazionale dei dirigenti; una mancata sinergia con le istituzioni locali; la poca capacità di alcuni allenatori delle giovanili. Da 30 anni a questa parte, infatti, gli unici dirigenti che Padova ha saputo esprimere sono Bosello e Bernardi: lunga vita a loro, cui mi lega un'amicizia, ma è troppo poco, e all'orizzonte non si vede nessun altro. La mancata sinergia con le istituzioni, intese come ceto politico e come imprenditoria, ha finito invece con il tenere il nostro basket "fuori dai giochi", al contrario di quanto avvenuto per il calcio con Cestaro o per il volley con Cremonese. Chi ha incarichi federali deve essere un bravo "politico": sapere cioè vendere bene il prodotto. E a proposito del prodotto, faccio autocritica all'interno della mia categoria: troppo spesso il settore giovanile è inteso fine a se stesso alla ricerca dei risultati. Tanti allenatori puntano al "tutto subito", ciascuno badando al proprio orticello. Non è così. Un allenatore, specie se opera tra i giovani, deve avere lungimiranza, e magari anche a scapito di qualche risultato, puntare a creare i giocatori. Facendo in modo che i più bravi si allenino nel contesto migliore e con il reclutamento: che non è (o non solo) l'andare a prendere, da parte della società più forte, i giocatori alle piccole società, ma passare al setaccio tutta la provincia alla ricerca dei talenti fisici. Certo, i regolamenti stabiliti dalla Fip non aiutano: con il proliferare di squadre in C e D regionale, il livello si è alzato o abbiamo innalzato chi altrimenti giocherebbe in Promozione?».
«Il mancato ricambio dei dirigenti, purtroppo, è un dato di fatto: e mi ci metto anch'io con i miei 53 anni» fa eco Leopoldo Carraro, che dopo essere stato tra i fondatori della Pallacanestro Limena (dov'era responsabile del settore giovanile fino a 5 anni e fino a metà anni '90 team manager della prima squadra), ora è consigliere della Fip provinciale con delega al settore giovanile maschile e promotore, attraverso la sua società Play & Ground, varie iniziative tra cui il Torneo della Befana d'importanza nazionale nel minibasket. «Gli altri così vanno avanti e noi restiamo fermi. Padova - città e provincia ricca - non ha mai sposato il basket se non per limitati periodi e interesse; da questo punto di vista, al di là del calcio che ha trovato sostegni politici, abbiamo tanto da imparare dal volley con la sua lunga tradizione. Tre i passi per uscire dalla crisi: recuperare un progetto giovanile che possa essere appetibile per istituzioni e sponsor ma abbia pure, come riferimento, una leadership di prima squadra certa; il reclutamento dei talenti fisici nelle Scuole medie inferiori, fatto non solo dalle società ma dalla stessa Fip, magari con il sostegno di uno sponsor, attraverso il torneo in zona nord, sud e centro della provincia per i non tesserati, e aggiungo anche l'abbandono di un minibasket inteso solo come gioco ludico, visto che è un'età decisiva per apprendere i fondamentali; la voglia di confrontarsi fuori regione, perché se è vero che molte realtà hanno a disposizione tanti soldi, molte altre svolgono un lavoro egregio con scarse risorse. Il mio sogno, invece, parte dal basso: un unico movimento giovanile di altissimo livello. Ne abbiamo le potenzialità, e spero che i diretti interessati in tal senso ci sentano. Altrimenti si resta a un livello magari anche buono, ma i migliori ragazzi continueranno a voler andare via da Padova».

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